Qualche riflessione sugli ultimi tempi…

Rock or bust: il rock o il fallimento. Forse “rock” inteso come “andare avanti” ad ogni costo, continuare a fare musica, continuare per il puro piacere di farlo, continuare per tutti i milioni di fans sparsi in giro per il mondo. Come avrebbe fatto Malcolm, e come stanno facendo i restanti AC/DC. Oppure semplicemente un titolo nel perfetto stile della band: semplice, mnemonico, efficace. D’altronde non sono mai stati troppo profondi nei titoli e nei testi, soprattutto con Brian. Quest’ultimo potrebbe esserne l’ennesima prova ma, personalmente, mi piace immaginare che sia stato “pensato” in occasione di una spiacevole circostanza forse non troppo improvvisa come è sembrata. Ne parlerò più avanti.

Non ho ancora pienamente realizzato la dipartita di Malcolm dalla band. Sono sicuro che Stevie (per chi ancora non lo sapesse, il nipote dei fratelli Young) sia in grado di coprire “tecnicamente” il ruolo di chitarrista ritmico ma credo sia impossibile – forse più della perdita di Bon, a questo punto della carriera del gruppo – colmare il vuoto “umano”, lasciato dallo zio. Che strano effetto notare una Gretsch diversa – di colore rosso – alle recentissime riprese del nuovo videoclip per “Rock or bust” ed al contempo vedere i flight case (le custodie per la strumentazione) marchiati “Malcolm Young”. Mi sarei aspettato di vedere ancora quella chitarra gialla con i due pickup rimossi, i potenziometri strappati, con il solo controllo del volume, la maggior parte delle volte sempre al massimo. Ipotizzo un segno di rispetto…o semplicemente pura organizzazione logistica. Sta di fatto che il grosso “colpo” emozionale lo avremo al primo show dove non vedremo più, con immenso dispiacere, quella gamba destra seguire il charleston di Phil Rudd dritta e costante come un metronomo. Sará senz’altro una bellissima sensazione percepire l’affetto del pubblico per Malcolm, sicuramente da pelle d’oca. Mancherá infinitamente sull’attacco di Shoot to thrill, oppure come sottofondo durante lo strip di Angus. Mancheranno gli occhi chiusi e la sua mente concentrata a reggere l’intero sound della band. Mancherá il suo ciondolare verso il microfono ad ogni ritornello. Sará facile, per molti o per qualcuno, accettare questa scelta fino in fondo?

Vi dirò la mia. Ora, non so se ci siano stati vincoli contrattuali per l’uscita di un nuovo album ma, escludendo questa ipotesi, credo che la band abbia deciso di continuare, oltre che per volere di Malcolm, anche per la consapevolezza di poter dimostrare di essere ancora in forze (non che ce ne fosse il bisogno) e soprattutto di sapersi ancora divertire sul palco, seppur con quel velo di malinconia che sicuramente colpirá anche loro non appena saliranno le scale per andare on stage. Dopotutto, hanno un cuore come tutti noi. Si, sono umani.

Penso che l’intera faccenda “Malcolm” sia improvvisamente sfuggita di mano alla band, intendo a livello mediatico. Lo scorso Aprile, se ricordate, ci fu un susseguirsi impressionante di news inerenti alla dichiarazione di un conduttore radiofonico australiano, che pareva confermasse al mondo un precario stato di salute del chitarrista. Fino ad allora, questi rumours erano rimasti nella stretta – per così dire – cerchia di fans più fedeli e storici della band. I penosi copia-incolla che hanno assalito il web ed ogni portale musicale nel giro di qualche ora chiedevano indirettamente, forse per la prima volta in 40 anni di storia della band, una conferma o una smentita ufficiale sulla frustrante situazione ed atmosfera che si era creata in un batter d’occhio. Purtroppo arrivò la prima riguardo lo stato salute, la seconda per quanto riguardava tutte quelle speculazioni inerenti allo scioglimento della band. “Gli AC/DC continueranno a fare musica” recitava il comunicato ufficiale rilasciato nel giro di un paio di giorni.

Ho anche il presentimento che Brian sia stato molto abile nel gestire pubblicamente l’intera faccenda. Dopotutto, è sempre stato l’unico del gruppo a relazionarsi cosi spesso con il pubblico, vuoi durante un’intervista sui motori o una semplice apparizione a qualche evento. In che modo? Mentendo a fin di bene per tranqullizzare i fans e lasciar scorrere le cose. Esordire con un “Ragazzi, Malcolm non tornerá piú nella band” avrebbe fatto senz’altro più male che sentirsi dire, come è avvenuto, un “speriamo che si riprenda, teniamo le dita incrociate”. Chissà che provava, mentre lo diceva ai microfoni. Solo per il bene dei fans, ne sono sicuro. Non riesco ad immaginare altre ipotesi. Rileggendo con il senno di poi qualche messaggio scambiato con lui, la cosa sembra sia andata davvero così. Un’altra cosa che potrebbe confermare l’ipotesi, è che Malcolm stesse male sin da parecchio tempo prima. Come mai Angus è l’unico autore di tutte le canzoni che appariranno su “Rock or bust”? Se avessero avuto qualche brano già pronto, non vedo perchè non avrebbero dovuto firmarlo entrambi. Dalla metà del 2010, quando terminò il mastodontico “Black Ice World Tour”, di tempo per comporre qualcosa avrebbero dovuto averne a sufficienza…

Ma torniamo a pensieri più attuali e che riguardano i prossimi tempi. Dopotutto, la macchina AC/DC è ripartita nuovamente: tra meno di due mesi l’album (che speriamo di potervi recensire in anteprima – abbiamo provato umilmente a chiedere a chi di dovere) e l’anno prossimo, come confermato, finalmente un nuovo tour. L’ultimo? Quasi sicuramente si. Voci insistenti parlano di un inizio a Marzo, supponiamo in USA (anche visto il recente utilizzo del nuovo brano “Play ball” come teaser su un canale televisivo americano), con un arrivo in Europa previsto per Maggio – sul web rimbalza un probabile 23 Maggio allo Stade de France di Parigi. Noi ci aspettiamo un arrivo in Italia a Giugno, magari dopo il termine del campionato di calcio. Chissà se ci azzecchiamo…

Gabriele
gabriele@acdc-italia.com