In una recente intervista alla rivista Q Magazine, Angus e Brian hanno rivelato ulteriori dettagli sulle complicanze riguardanti la salute di Malcolm Young, nel corso degli anni passati.
Angus: “Tempo fa, quando stavamo lavorando sul materiale per l’album Black Ice, notai che qualcosa non andava con Malcolm. Si comportava in modo insolito, specialmente quando doveva memorizzare qualcosa. Gli dissi che era meglio farsi visitare, ma rispose ‘Ahh, non è niente’. Poi finalmente si decise a fare delle analisi prima di registrare” – “Dopo che gli fu diagnosticata la demenza ed anche un’atrofia celebrale gli chiesi: ‘Sei sicuro che vuoi continuare?’ – e rispose – ‘Si, muoviamoci, finiamolo’. Fu lui che suggerì Brendan O’Brien come produttore e quindi pensai ‘Bhè, sa quello che vuole, allora’”
Angus ha descritto che Malcolm talvolta registrava una traccia e poi chiedeva a lui di occuparsene. Oppure aveva 30 versioni di un passaggio di chitarra e non riusciva a decidere quale fosse la migliore.
Sempre ascoltando Angus, vedere Malcolm così confuso in studio fu un tremendo shock: “Prima di tutto questo, Malcolm era sempre molto organizzato: date, orari…molto preciso e deciso”. Sorridendo inoltre afferma “Dopodichè ho dovuto organizzare me stesso!”
L’album “Black Ice” fu pubblicato nell’Ottobre 2008. Nei processi di finalizzazione, Malcolm, che già stava prendendo delle medicine, disse ad Angus che avrebbe voluto andare in tour. “Andiamo. Andiamo avanti finchè riesco”. “A guardarlo suonare, non lo avresti notato” commenta Brian. “Era un po’ confuso alle volte, ma raramente. Ha passato dei pessimi giorni. Diceva: ‘Oggi è un giorno no’. Ero al suo fianco e non avrei mai detto che potesse essere malato, non lo avresti capito. L’unica cosa che ci disse fu nel mezzo del tour, andava al microfono per fare i cori nel momento sbagliato e dopo uno show chiese ‘Hey Jonna, se mi vedi farlo ancora, fammi un segno con la mano, okay?’ e risposi ‘Nessun problema, collega’. Cosi i segni del suo disagio furono pochi.”
“Lo nascose bene” conferma Angus. “Alla fine dello show mi chiese, ‘Dove ho sbagliato?’ Gli risposi: ‘Delle cose qui e là ma nessuno se ne è accorto’. Solo io potevo notarle perchè suono con lui e sento le differenze. Ma ha dovuto imparare di nuovo tutto quello che conosceva. Così qualche volta passava le giornate a provare, a re-imparare. Alcuni giorni sembrava sperduto. Brian interviene improvvisamente: “E anche nei giorni in cui non era in forma, sembrava meglio di me nei miei giorni migliori!”.
Quando la maratona del tour finì, Malcolm e i suoi compagni speravano comunque che la sua situazione potesse essere controllata o al limite curata. Ma la sua salute incontrò altri difficili problemi. Prima gli fu trovato un cancro ai polmoni. Fortunatamente la diagnosi venne fatta in tempo e i dottori operarono senza applicare la chemioterapia. Dopodichè, Malcolm scoprì di avere un problema al cuore. Brian lo venne a sapere solo quando si trovò a Londra per una cena con il chitarrista e la moglie, pochi anni fa: “E’ tipico di Malcolm – mi tenne la mano e la picchiettò ripetutamente sul suo petto. Disse ‘Pacemaker. Fottutamente buono, collega!’. Mi fece spaventare seriamente. Aveva gli occhi lucidi ed era contento allo stesso tempo. Sembrava mi stesse mostrando un nuovo amplificatore o qualcosa di simile.”
Angus: “Ogni volta che l’ho incontrato, mi sono chiesto se la band avrebbe dovuto continuare o no. Mi sono anche chiesto se stesse provando a suonare la chitarra, ma non lo faceva. Così pensai, ‘Devo continuare?’ Ho parlato con mio fratello George, che disse ‘E’ quello che realmente vuoi? Pensi che tu possa continuare?’ ed io risposi ‘Non è facile’. Così replicò: ‘Tu conosci Malcolm meglio di chiunque altro. Malcolm ha sempre voluto continuare, sempre andare avanti a suonare’. Pensai ‘Okay, ci proverò”.
Grazie ai colleghi e amici di AC/DC Brasil per la segnalazione.