Recensione di Mauro Mapelli
Io e il mio amico Spino siamo partiti sabato mattina in treno da Milano per Hockenheim e dopo un viaggio di 8 ore piazziamo la tenda al campeggio del circuito e facciamo poi conoscenza con alcuni ragazzi di Stoccarda che ci offrono ettolitri di birra.
Domenica mattina ci piazziamo davanti ai cancelli alle 11 del mattino, in attesa dell’apertura dei cancelli. Una volta dentro l’attesa sotto il sole é allucinante, non c’é un filo d’ombra e si crepa di caldo e di sete (grazie ai tedeschi per non aver permesso di portare l’acqua dentro, stronzi). Intorno alle 17,15 salgono sul palco i Pretenders, abbastanza bravi ma a dir la verità pochi se ne sono curati. Alle 18,20 eccoli… I 5 si piazzano ai loro posti di “battaglia”, appena vedo Angus ho una fitta allo stomaco per la felicità, lui si toglie il cappellino, fa un inchino e Phil detta i 4 colpi di charleston che danno il via a Hell ain’t a bad place to be. Alla fine di questa, Brian annuncia “It’s so good to see a lot of friends here tonight!” Non ho neanche il tempo di realizzare il fatto di avere gli Ac/dc davanti che già nelle orecchie Back in black, Angus esegue il suo assolo e dimostra di essere in forma, come gli altri, la voce di Brian é stupenda. Alla fine della mitica BIB, Brian ci annuncia: “We got some dirty deeds for you, Hockenheim!” E via, DDDDC. Una parentesi. Io e il mio socio, cominciamo a saltare a destra e a sinistra, ma noi siamo capitati dietro all’unico stronzo a cui non fregava un cazzo di Angus e soci. Non c’é calca, il pubblico dal nostro lato sembra poco partecipe e noi non capiamo perché. Segue Thunderstruck, con Brian che finalmente si affaccia sul nostro lato e incita il pubblico, grande. Ed ecco la prima chicca, If you want blood, mai eseguita con Brian che dà fondo alle sue corde vocali. Angus e Cliff cambiano gli strumenti, probabilmente tutti sudati per il troppo caldo. Ad un certo punto suonano le campane e voi sapete di che campane sto parlando… Hells Bells, potentissima. Fa caldo, io ho quasi le lacrime agli occhi per l’emozione e Brian annuncia una canzone dedicata ai “bad boys” presenti. E via, Bad boy boogie. E arriva il momento dello spogliarello, finalmente anche Angus si affaccia sul nostro lato e si infila la camicia in mezzo alle gambe muovendola avanti e indietro come solo lui sa fare.
Poi come é giusto, giù le braghe, e sotto troviamo le mutande nere con su scritto Ac/dc che io non riesco a fotografare perché uno stronzo (sempre quello che non gliene fregava niente dei nostri) mi si piazza proprio davanti all’obbiettivo. A parte questo particolare suonano tutti potentemente, mamma mia come spaccano!
“This is a song about a dirty woman, and now it’s your turn to sing. Do you know the song The Jack?” E noi “yeeees!” e Brian ci risponde “Superbo, uh la la!” Segue poi T.N.T. dove tutti cantiamo OI OI e Highway to hell, e noi facciamo come ci insegna il buon Pippo Franco nella sua “Che fico”, cioé teniamo il ritmo con un gesto della mano che ti fa sentire fico. E via, il pubblico incita “Angus, Angus” e di tutta risposta ci becchiamo Whole lotta Rosie, tutti suonano strabene e Angus spacca il culo con i suoi assoli. Ed arriva il momento di You shook me all night long. Un po’ di duck walkin per Angus, voce della madonna per Brian, sudore ed energia per gli altri…sono proprio in forma. Ed ecco che parte la mia preferita, Let there be rock. Sul pezzo “fifty million fingers” gli interessati (già, perché il pubblico era poco coinvolto…) Angus ci invita ad alzare le mani, e noi lo accontentiamo. Al momento clou dell’assolo Angus va sulla passerella, poi sul palchetto secondario degli Stones e si butta a terra facendo assoli e dimenandosi come é nel suo stile. Attimo di pausa, dopo due minuti tornano sul palco per spararci Rock n roll Damnation, e io non ci credo, una grandissima canzone eseguita superbamente. Purtroppo arriva il momento del congedo e i nostri chiudono come sempre con For those about to rock, dove fanno la loro comparsa ai lati del palco i cannoni. “We salute you Hockenheim, we salute you Deutschland, we salute you!”. Saluti, i 5 mitici si congedano, é stata un’ora e mezza per me stupenda, mentre scrivo ho ancora i brividi lungo la schiena.
Durante il concerto degli Stones, Mick Jagger annuncia “Now it’s time for Rock me baby!” e i fratelli Young si presentano sul palco per una grande jam con Jagger e soci. Che figata. Durante la jam, chissà come, in mezzo alla folla da dietro arrivano quelli della security perché mi han beccato la macchina fotografica (come han fatto non lo so). Siccome era una usa e getta, me la sequestrano, mi dicono di togliere la pellicola e io rispondo “BOH!”, tentano di aprirla, non ci riescono, io li guardo divertiti e uno dice all’altro della security “ma é vuota! ridagliela!”. Mi chiedono di nuovo dove sta la pellicola, e io ripeto con la faccia divertita “BOH!”. Trovano la pila per il flash, la tolgono convinti di avermela fatta e mi restituiscono la macchina. Idioti, io continuo a far le foto, poveri pirla. Questa cosa non mi ha impedito di esaltarmi, la jam é stupenda e il pubblico continua ad incitare “Angus Angus!”.
Due o tre considerazioni finali. 1) Gli ac/dc spaccano. 2)Gli ac/dc non possono suonare di supporto perché li limita un poco, ma quell’ora e mezza per me é stata stupenda. 3)Il pubblico durante il loro set é apparso un po’ moscio (almeno dalla mia parte di palco), ma é accaduto anche con gli stones (Bah!). Io e Spino usciamo dall’autodromo ripensando al set, ci avviamo in campeggio e poi partiamo per un incontro con Morfeo felici grazie ad Angus e soci.
P.S. il set degli Stones é stato bello decisamente, ma qui non é il momento di trattare l’argomento.
Recensione di Raffa e Lorenzo
Noi i conti non li sappiamo fare e soprattutto quando si tratta degli AC/DC proprio non li vogliamo fare (sebbene non navighiamo nell’oro), quindi non staremo qui a raccontarvi dei soldi spesi o delle ore di viaggio, per loro i sacrifici non sono mai troppi. Sono passati vent’anni dalla prima volta che abbiamo visto dal vivo i Seedies e innumerevoli altre volte li abbiamo visti in ogni angolo del mondo, quindi non ce li potevamo perdere ad Hockenheim con i…..non ricordiamo più con chi suonavano, ma fa lo stesso. Risultato, sono sempre gli stessi vecchi spaccaculi di sempre. La due giorni di Hockenheim comincia il sabato sera (ore 22 circa) quando arriviamo al camping di accoglienza dell’autodromo. Li, la sensazione di assoluta fedeltà del popolo tedesco, assaporata 2 anni fa a Monaco viene amplificata e trova il degno collocamento in un party improvvisato dagli stessi fans che pare ci tenessero (noi compresi ovviamente) a mettere le cose in chiaro e cioè: qua sto weekend lo gestiamo noi e i fans di altre band accorsi possono accomodarsi e non rompere i coglioni! Il party è stato selvaggio e il tutto è stato annaffiato da fiumi di birra e torrenti di watt made in AC/DC.
Alle 18.20 del pomeriggio dopo, all’improvviso, dopo ore di attesa sotto un sole pazzesco, appaiono come la madonna di Lourdes a Bernadette, alle migliaia di fans e non (pochissimi e sfigati). Arrivano sul palco senza tante stronzate e fronzoli, in modo assolutamente rock’n’roll (com’è nella loro natura), imbracciano gli strumenti, Phil dà il tempo ed è Hell Ain’t No Place To Be (mica satisfaction o cagate affini). Angus ha sul volto la solita espressione che pare dica: ridete, ridete che ora vi faccio un culo cosi! Brian mastica carbone e sputa fuoco come non mai in questi ultimi anni, Phil tira delle legnate devastanti, Cliff pare posseduto e Malcolm…oh Malcolm, Malcolm il cervello, il regista, colui che ha il ghigno di Lucifero, il tignoso spara riffs micidiali e tira la band come una locomotiva. Scusate ma occorreva che ve le dicessimo tutte ste cose? Pensavamo le sapeste già. E’ da quando esistono e che calcano le scene che sono così. Bè comunque di li in poi snocciolano i classici, da Back in Black a Dirty Deeds, da The Jack all’immancabile spogliarello di Bad Boy Boogie, da You Shook alla tremenda Let There Be Rock. Si la scaletta è la stessa di Oberhausen e Lipsia con gli innesti (come sapete gia) di If You Want Blood e Rock’n’Roll Damnation (hai detto cazzi) la solita furiosa energia dei cinque canguri rabbiosi e poi la campana e i cannoni finali come al solito, ma il punto non è questo. No, il punto è che i tre quarti dell’audience era li per loro. Sono apparsi e l’autodromo si è incendiato di gioia, è partita The Jack e non ce ne era uno che non cantava, con Thunderstruck battevano un oceano di mani, per TNT hanno perso l’ugola in sessantamila e con Let There Be Rock gli stessi sessantamila parevano ipnotizzati dal pifferaio magico Angus.
Ragazzi l’amore che provano i fans tedeschi (e dentro ci mettiamo anche noi anche se tedeschi non siamo)per questa band è ai limiti dell’islamismo più estremo, noi Italiani faremmo bene ad imparare da loro. Noi tutto questo amore per la band che ha suonato dopo, da parte dei loro fans non l’abbiamo ne sentito, ne visto e ne notato. Tant’è che quando i nanetti Young sono stati invitati sul palco per la consueta jam di Rock Me Baby, una sonnecchiante folla si è all’improvviso destata esplodendo in un entusiasmante delirio collettivo, mani al cielo proprio a voler suggellare una giornata che ha definitivamente chiarito chi è che sta seduto sul trono del rock’n’roll (se dubbi ce ne siano mai stati). Tornando a casa, come al solito in trance e ripassandoci mentalmente tutto lo show ci siamo detti: cazzo, dov’è che suonano ora?
La scaletta del concerto:
- Hell Ain’t A Bad Place To Be
- Back In Black
- Dirty Deeds Done Dirt Cheap
- Thunderstruck
- If You Want Blood
- Hells Bells
- Bad Boy Boogie
- The Jack
- T.N.T.
- Highway To Hell
- Whole Lotta Rosie
- You Shook Me All Night Long
- Let There Be Rock
- Rock’n’Roll Damnation
- For Those About To Rock
Grazie a RollingStonesItalia.com per le immagini sottostanti.