Vienna, Ernst Happel Stadium, 23 Giugno 2024

di Massimiliano, Staff AC/DC Italia
Max@acdc-italia.com

Ad un mese circa dalla convincente prova di Reggio Emilia ci troviamo a Vienna, nel vecchio ma sempre affascinante stadio ex “Prater”, dal 1993 intitolato all’autentico “santone” del calcio austriaco anni 70/80, il leggendario Hernst Happel. La zona “Pit” non è certo enorme come quella della RCF Arena e ci ha permesso di vivere lo show a ridosso del palco, pur mantenendoci comunque in zona comoda. Una citazione speciale, non fatta nelle puntate precedenti, merita proprio il palco, per chi scrive uno dei piu belli mai proposti dalla band sin dagli anni 90. Se la struttura è semplice e lineare, l’impiando luci vagamente vintage, abbinato agli enormi schermi (in grado di raddoppiare l’immagine) garantiscono un notevole impatto visivo. Molto azzeccata la scelta di sovrapporre alla diretta di ogni brano specifiche immagini, forse poco AC/DC ma perfettamente in linea con le moderne produzioni più spettacolari, tenendo conto che il crescente pubblico della band non è composto solo da fans storici. A tal proposito è stato bello constatare la presenza di tanti bambini sulle spalle dei genitori, con corna rosse d’ordinanza ed in molti casi l’entusiasmo della prima volta. Riteniamo superfluo raccontare lo spettacolo in dettaglio, essendo la scaletta identica a quella presentata nelle recenti uscite, sin dalla data italiana. Ci soffermiamo quindi sulle nostre sensazioni e su cosa ci ha maggiormente colpito nell’occasione.

Anzitutto la band è parsa in buona forma e questa non è una novità. Considerando i volumi estremi tipici degli AC/DC, l’acustica in prossimità del palco non è stata ineccepibile come sarebbe stata da una distanza più ragionevole, ma la cosa non ci ha comunque impedito di apprezzare nuovamente l’attitudine positiva che il gruppo aveva mostrato già a Gelserkirchen. La decisione di non variare una setlist oggettivamente di gran livello, permette alla band una crescita continua, limitando al massimo le sbavature, che pur ci sono state. I pezzi più recenti scorrono ora fluidi, perfettamente amalgamati con i vecchi classici, senza cali di tensione. La forza degli AC/DC è notoriamente legata all’impatto live ma sta anche nella possibilità di poter ripescare, dalla loro infinita discografia, canzoni di grande valore. Basti pensare a If you want blood (you’ve got it) suonata raramente dal vivo e proposta stavolta addirittura come brano di apertura dal devastante impatto. Persino il mansueto pubblico austriaco si è sentito in dovere di saltare e cantarla a squarciagola.

Thunderstruck, il brano ad oggi più “cliccato” del gruppo, che nelle ultime uscite era risultata il meno brillante, stavolta è stato eseguito meglio, con un Brian Johnson all’altezza. Sinceramente, nessuno di noi ci avrebbe scommesso un centesimo dopo averla ascoltata al Power Trip. Sempre apprezzabili i cinque pezzi da Back in Black e gli immancabili classici, anche se in generale alternarli in qualche modo con le tre canzoni escluse dopo le prime due date (Dog eat dog, Hell ain’t a bad place to be, Givin the dog a bone) sarebbe auspicabile da chi, come noi, non si limiterà ad assistere ad un solo concerto di questo tour. Le motivazioni per cui probabilmente non avverrà mai sono già state spiegate qualche riga sopra. Non resta altro da aggiungere, se non l’ennesima nota su Brian e Angus, “The Last MEN standing”, tanto per citare un disco relativamente recente del leggendario Jerry Lee Lewis. Il vecchio Jonna non ha certo recuperato la “silhouette” dei tempi andati e lascia pochi dubbi su quale sia la sua più grande passione dopo le auto ed il rock n roll, ma la sua voce sta reggendo su livelli accettabili ed inattesi. Incrociamo le dita.

Angus da parte sua da l’impressione di vivere questo tour come la sua ultima grande impresa. Dimostrare al mondo che la scelta di andare in giro con una formazione cosi nettamente rimaneggiata è quella giusta: una bella responsabilità. È evidente come si sia preparato in maniera maniacale dal punto di vista fisico e anche tecnico, evitando qualsiasi distrazione post concerto (per la delusione di chi come noi lo vorrebbe incontrare per una foto, un autografo o una stretta di mano) ma ben consapevole che quello che conta è il palco. Ed è proprio on stage che si sta dimostrando al solito unico, per carisma e commovente tenacia. In quel metro e 57 centimetri di diabolica mole è racchiusa, ancora una volta, la forza e il mistero del rock n roll. A noi non resta che ammetterlo: per ora hai avuto ragione tu, Angus.

Ci vediamo ad Hockenheim!

  • If You Want Blood (You’ve Got It)
  • Back in Black
  • Demon Fire
  • Shot Down in Flames
  • Thunderstruck
  • Have a Drink on Me
  • Hells Bells
  • Shot in the Dark
  • Stiff Upper Lip
  • Shoot to Thrill
  • Sin City
  • Rock ‘n’ Roll Train
  • Dirty Deeds Done Dirt Cheap
  • High Voltage
  • Riff Raff
  • You Shook Me All Night Long
  • Highway to Hell
  • Whole Lotta Rosie
  • Let There Be Rock
  • T.N.T.
  • For Those About to Rock (We Salute You)

Foto di Massimiliano, Staff AC/DC Italia