Intervistata in esclusiva da Rolling Stone, la band rivela tutti i retroscena relativi alla realizzazione di “Rock or Bust” ed i problemi con Phil Rudd. L’articolo originale, in lingua inglese, è in questa pagina.
Il primo segnale negativo arrivò ben prima che gli AC/DC iniziarono a registrare il nuovo album “Rock or Bust” lo scorso Maggio. Lo storico batterista Phil Rudd era in ritardo di 10 giorni sulla tabella di registrazione. “Un minuto stava arrivando, poi l’altro no, poi si” – racconta Angus Young. “Non siamo una band a cui piace aspettare in giro”. Ad un certo punto, racconta il chitarrista, il produttore Brendan O’Brien decise che Phil Rudd aveva l’ultima possibilità per presentarsi. “Se non è qui per Venerdì, ci sarà un altro batterista.” Rudd arrivò e Angus afferma “fece il suo lavoro”, ma facendo notare: “L’ho visto in forma migliore, non era il Phil che conoscevamo, dopo aver finito lo scorso tour. Si era lasciato andare.”
Young conferma le ultime vicissitudini una settimana dopo l’arresto di Rudd. “La situazione della batteria è un punto di domanda. Ma usciremo [in tour] sicuramente.” – Angus confessa di essere stato colto di sorpresa riguardo gli ultimi eventi: “I nostri problemi erano comunque cominciati prima dello stato in cui si trova lui ora. E siamo andati avanti”. Il chitarrista si riferisce alla grande mancanza nel boogie power degli AC/DC: la dipartita in modo permanente dalla band di Malcolm Young, che ora si trova in una clinica in Australia aassistito a tempo pieno. Malcolm ha sempre voluto che la musica andasse avanti”, dice Brian Johnson. “E non è mia intenzione dir di no”.
“E’ qualcosa che si potrae da molto tempo” commenta Angus, parlando pubblicamente per la prima volta riguardo la condizione di salute di Malcolm. “I sintomi – perdita di memora e di concentrazione – sono emersi sin da prima del nostro ultimo progetto (album Black Ice, 2008)”. Young aggiunge che Malcolm “era lucido nel capire cosa volesse fare” – “Gli dissi: vuoi proseguire con quello che stiamo facendo?” – “Lui rispose: ‘Accidenti, certo!’” – “Aveva piacere di finire ciò che aveva iniziato”. Angus rivela anche che Malcolm era già in cura durante l’ultimo tour con gli AC/DC, dal 2008 al 2010. “Ha ricevuto un buon aiuto, delle buone cure mediche”. Malcolm ha dovuto re-imparare un sacco di cose, compresi i riff che lui stesso ha creato per le canzoni più celebri degli AC/DC. “E’ stato molto strano per lui. Ma è sempre stato un ragazzo confidente, e la cosa ha funzionato”.
Malcolm è presente su “Rock or bust”, seppur in modo particolare. Le 11 canzoni sono accreditate a Young-Young, in gran parte composte da Angus da dei licks/riffs che lui e Malcolm avevano accumulato scrivendo i precedenti album. Angus ci ha lavorato sopra, per il fratello. Ha trovato nel suo altro fratello George (produttore dei primi album della band) una guida per continuare ma, alla fine si è chiesto “Devi prendere una decisione da solo: ‘Che sto facendo?’”.
“Angus mi ha aggiornato su come stavano andando le cose con Malcolm” commenta Stevie Young. “Non stava diventando la band che era sempre stata – era impossibile”. Il nipote volò in Australia a trovare Malcolm “per vedere la situazione in prima persona. Mal era fisicamente a posto” – “Ma non penso che ce l’avrebbe fatta a fare il tour”. “E’ stato terribile e fantastico allo stesso tempo” racconta Brian Johnson riguardo le registrazioni di Rock or Bust. “Angus deve essersi sentito davvero strano nel suonare quei brani senza Malcolm”. Il cantante ricorda quando passava nella camera di Stevie “per vedere cosa stesse facendo, e lui era impegnato a fare le canzoni, imparare i riff. Si è fatto un bel mazzo per far si di essere all’altezza.”
“La cosa super importante a proposito degli AC/DC è la faccenda “destra-sinistra” nelle chitarre” commenta il produttore Brendan O’Brien. “Stevie l’ha capito. Ha preso le stesse chitarre, lo stesso set up, e ha ottenuto lo stesso suono”. Williams (Cliff, bassista) ritiene che tutto ciò (chiamare il nipote Stevie Young) sia stato inevitabile. “E’ nel suo sangue, e lo fa vedere”. Qualsiasi cosa rimanga degli AC/DC, compresa la loro esistenza dopo “Rock or bust” ed il tour nel 2015, dipende da Angus. Solo da lui. “Questa è la sua passione, ma non ha Malcolm come supporto” – dice O’Brien. “Ad un certo punto dovrà decidersi: ‘E’ qualcosa che voglio continuare a fare, o ho detto tutto?’”
Malcolm non ha ascoltato “Rock or Bust”. “Continua ad apprezzare la sua musica” dice Angus. “Ci assicuriamo che abbia il suo Chuck Berry e un po’ di Buddy Holly”. Ma il chitarrista pensa che spinga sull’album e il tour – senza Rudd se necessario – stando ai desideri e standards del fratello. “Guardate. Anche se in un certo stato di salute, Malcolm è andato in tour fino a che non ce l’ha fatta più”. L’arresto di Phil Rudd “è stato un grande colpo per noi” ammette Angus. Ma, ripete, “saremo sicuramente la fuori. Ci impegneremo in questo.”