Il suo cognome è stato più volte mal riportato come “Kerrante”, nel corso degli ultimi decenni, su biografie e siti web dedicati alla band, spesso passato inosservato: Tonino (Tony) Currenti, è l’unico italiano ad aver suonato in un album degli AC/DC. Riscoperto semplicemente su Facebook da tale Jesse Fink, autore del nuovo libro “The Youngs – The brothers who built AC/DC” (per ora disponibile solo in lingua inglese), ora possiede una pizzeria a Sydney chiamata per l’appunto “Tonino’s Penshurst Pizzeria”, alla quale è possibile trovarlo quasi tutte le sere con suo figlio Anthony. Straordinariamente rimasto nell’anonimato negli ultimi 40 anni, il primo a riportare il suo nome (trascritto male) su un’opera dedicata alla band è stato Clinton Walker nel suo storico libro/biografia di Bon Scott “Highway To Hell” nel 1994 (tradotto anche in italiano, clicca qui per la scheda).
Tony fu uno dei tanti emigranti che negli anni 60 – precisamente nel 1967 – si trasferirono nel nuovo continente in cerca di fortuna. Originario di Fiumefreddo di Sicilia, un piccolo paesino con poco meno di 10.000 abitanti in provincia di Catania, si divertiva sin da piccolo a “picchiare” sulle sedie di casa. Fu solo una volta arrivato in Australia, all’età di 16 anni, che si sedette dietro a un vero set di percussioni, trasferendo ciò che aveva imparato sui diversi oggetti e rivelandosi migliore del batterista della band che sentì provare all’interno di una chiesa, pochi giorni dopo essere arrivato sul territorio che gli avrebbe dato casa per i 40 anni seguenti. Si aggiunse in seguito a un gruppo musicale chiamato prima “Inheritance” e successivamente “Grapevine” e poi “Jackie Christian & Flight” (un nome decisamente più australiano per l’epoca). Composto da immigrati greci ed italiani, non ebbe successo a causa dei pregiudizi filo-razzisti presenti in Australia nel 1974. Tutto fu spinto nell’indifferenza generale verso la band dopo poco tempo. Ad ogni modo, fu proprio grazie a loro che riuscì ad incontrare Bon Scott, durante il suo periodo con i Fraternity, condividendo la residenza delle band in un night club a Sydney.
Il contatto con il mondo degli AC/DC avvenne poco dopo, quando fu chiamato direttamente da Harry Vanda e George Young per sostituire Peter Clack, il batterista dell’epoca, per registrare le parti di batteria nell’imminente album d’esordio “High Voltage” (alcuni pezzi appariranno anche su “74 Jailbreak”). Currenti sostiene di aver registrato ogni traccia sull’album a parte “Baby please don’t go” anche se non ci sono prove o testimonianze scritte di chi abbia effettivamente lavorato a quell’album. Specialmente agli inizi, gli AC/DC erano in fase di “assestamento” con bassisti e batteristi.
Il suo compenso era di 35 dollari all’ora. Soldi che suo padre, all’epoca, faceva in una settimana. Successivamente alle registrazioni gli fu chiesto di entrare nella band. Si presentò però un problema, che costrinse Tony a rifiutare la preziosa offerta: il servizio militare obbligatorio. Già, perchè era oramai nei piani che la band dovesse intraprendere un viaggio nel Regno Unito nel breve termine, mentre il potenziale futuro batterista avrebbe dovuto per forza fermarsi a Roma durante il viaggio e sottostare al reclutamento forzato, avendo ancora il passaporto italiano. Altro motivo tenuto nascosto, la fedeltà ai “Jackie Christian & Flight”, che però si sciolsero all’inizio del 1975.
Currenti ebbe comunque l’opportunità di battere ancora il ritmo per gli AC/DC. Sempre all’inizio del 1975, al Chequers Club di Sydney: Phil Rudd lo fece sedere dietro al suo kit di batteria per suonare qualche canzone. Anche durante la permanenza nei suoi nuovi “The 69ers” gli fu chiesto di sostituirlo per due settimane, dato che si era rotto una mano durante una lite. Dovette rifiutare nuovamente a causa di impegni già presi con la propria band di Cranberra. Il lavoro andò a Colin Burgess.
Successicamente suonò per Stevie Wright (The Easybeats) sull’album ‘The Black Eyed Bruiser’. Quindi per John Paul Young (Yesterdays Heroes e I Hate The Music), Ray Burgess ‘Love Fever’ (con la band Flight) e la hit australiana di Stevie Wrights “Evie Part 3”. Dopo un paio d’anni la magia per la batteria si spense e Tony cominciò a metter su famiglia e dedicarsi alla sua pizzeria a tempo pieno. Nel 2010 tentò di entrare in contatto con gli AC/DC durante il passaggio per l’Australia con il “Black Ice Tour”, ma suo malgrado senza successo.
Ora, dalla sua famiglia siciliana è visto un po’ come un eroe. Nel capitolo di “The Youngs” a lui dedicato racconta: “Nel 1985 portai in Italia una copia di High Voltage e la lasciai li da ascoltare. Nessuno conosceva gli AC/DC, specialmente in Sicilia” – “Se i miei genitori non capivano le parole, voleva dire che non c’era nulla di buono” afferma sorridendo. Nel 2002 ci ritornò e scoprì che chiunque conosceva la band. “Accidenti…avete avuto qui l’album in cui ho suonato con gli AC/DC ed è ancora li nella scatola dei ricordi dopo 17 anni!” Grazie a Jesse, ha ripreso a suonare e riscoprire una “seconda giovinezza”, con tanta umiltà e senza rimpianti. In questo video lo vediamo all’opera con i “The Choirboys”, suonare High Voltage per la prima volta dopo 37 anni.
La pagina fans su Facebook di Tony Currenti: https://www.facebook.com/tonycurrentiacdcdrummer
Il suo profilo personale, sempre su Facebook: https://www.facebook.com/tony.currenti.9
La pagina fans su Facebook del libro “The Youngs”: https://www.facebook.com/youngsacdc
Il profilo personale di Jesse Fink, autore: https://www.facebook.com/jesse.fink
A proposito di Jesse Fink, l’autore di “The Youngs – The brothers who built AC/DC”
Cosi si presenta ad AC/DC Italia.
“The Youngs – The brothers who built AC/DC” è un libro mai mi sarei aspettato di scrivere. Per anni ho lavorato per le reti televisive di SBS e Fox Sports scrivendo di calcio. Il mio primo libro, “15 Days in June”, parlava della Coppa del Mondo FIFA. Poi ho scritto “Laid Bare”, un libro di memorie del mio divorzio. Calcio. Relazioni. AC/DC. La mia carriera da scrittore non ha né capo né coda. Ma questo è il modo che mi piace. Scrivere a proposito degli AC/DC è stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita, perché mi ha portato a contatto con tante persone fantastiche e ho conosciuto alcuni amici incredibili. La comunità AC/DC, la famiglia AC/DC, è davvero ricca e varia. Ed è davvero globale.